Conference on the Italian Language – The new home of “italianità” (it/fr)
Rom, 18.11.2025 — Address by Federal Councillor Ignazio Cassis, Head of the Federal Department of Foreign Affairs (FDFA) on the occasion of the first international Conference on the Italian Languages in Rom – Check against delivery
Signor vicepresidente del Consiglio dei ministri,
Signore e signori ministri e alti rappresentanti dei vostri rispettivi Paesi,
Stimate eccellenze e autorità,
Signore e signori,
Quando fui eletto membro del Governo svizzero, nel 2017, decisi di svolgere la mia prima visita quale ministro degli Esteri in Italia. Venni qui a Roma e incontrai Angelino Alfano.
Non pensate che scegliere l’Italia quale prima destinazione sia stata una scelta facile!
In Svizzera il 65% della popolazione è di lingua e cultura tedesca.
I rapporti con i vicini germanofoni sono da sempre esistenziali (la Svizzera è diventata indipendente proprio scendendo a patti con i sovrani asburgici).
Una quasi centenaria tradizione vuole che la prima visita di un nuovo ministro degli Esteri svizzero si svolga in Austria.
Ci voleva quindi un certo coraggio – e le mie scuse ai vicini ex asburgici e oggi neutrali come noi – per sovvertire questa tradizione.
Si apre un mondo
Oggi, caro Antonio, si chiude un cerchio. E si apre un mondo.
Con la mia visita nel 2017 volli sottolineare l’anima italofona del mio Paese, e l’importanza che questa lingua riveste per l’identità svizzera, per le nostre relazioni con l’Italia e per la nostra presenza nel mondo.
Oggi si apre un mondo perché fondiamo una grande comunità italofona. Una splendida idea per numerosi motivi.
Ve ne indico quattro:
· Abbiamo bisogno di bellezza, di suprema bellezza. Quella che rimanda a cose più grandi di noi umani. Questa bellezza l’italianità la porta nella sua genetica, nella sonorità, nel gusto e nelle tante opere di geni italofoni.
· Abbiamo bisogno di ritrovare il senso del dialogo in un mondo che, dopo essersi nutrito dell’illusione di una comunità globale pacifica, riscopre con dolore fratture spesso riconducibili a differenze culturali.
· Abbiamo bisogno di radici, e l’italiano è una radice imprescindibile del continente europeo. L’Europa deve essere forte e fiera della propria identità per potersi affermare nel mondo.
· Abbiamo bisogno di guardare di più verso il Sud dell’Europa, perché il bacino del Mediterraneo, dove si affaccia tanta parte dell’italianità, è da sempre fonte di grandi trasformazioni, con una forza d’urto capace di investire l’Europa e oltre …
(pensiamo all’universalità del diritto romano, alla polis greca e alla democrazia, o ancora al Rinascimento e alle esplorazioni che allargarono il mondo, alle correnti migratorie e al sorgere di nuove tendenze politiche).
Lode alla pluralità
Signore e signori.
In Svizzera, l’italiano non è scontato. E come tutte le cose non scontate, è tanto più prezioso.
Dopo 20 anni di assenza, la Svizzera italofona è tornata al Consiglio federale nella mia persona.
Oggi tutte le lingue ufficiali sono presenti nel Governo, che raduna quindi 7 persone di cultura, religione e partiti politici fra loro profondamente diversi.
Questa realtà è chiamata da noi «concordanza» - cioè la quotidiana ricerca del compromesso su cui si fonda la stabilità del sistema politico.
Una competenza che applichiamo anche sul piano internazionale con i «buoni uffici».
L’italiano in Svizzera
Nel corso dei secoli la Confederazione svizzera ha sviluppato un ingegnoso sistema per promuovere la convivenza fra culture diverse, in equilibrio tra decentralizzazione e regole nazionali.
Qualche esempio:
· non solo il nostro Parlamento, ma anche gli organi parastatali devono comporsi da rappresentanti di tutte le culture nazionali.
· Ogni regione linguistica ha il proprio materiale scolastico.
· Poteri fondamentali come l’istruzione, la sanità, la sicurezza interna e la fiscalità appartengono da sempre agli Stati cantonali.
· Abbiamo una televisione e radio pubblica nelle quattro lingue nazionali.
· Sosteniamo le due nostre lingue più piccole – italiano e romancio – nelle loro aree di origine e anche su tutto il territorio nazionale.
· Un organo poco noto ma importantissimo è la commissione di redazione del Parlamento nazionale:
sono gli stessi membri del Parlamento che verificano la traduzione delle nostre leggi nelle tre lingue ufficiali.
Ne ho fatto parte anch’io nei miei dieci anni in Parlamento: non poche volte nuances linguistiche hanno portato a interpretazioni parecchio divergenti di una stessa legge!
La lingua è potere, saper tradurre e traghettare da una lingua all’altra anche.
Tutto questo non è affatto scontato, ma frutto di una volontà che deve rinnovarsi ogni giorno, in un mondo messo sotto pressione da una tendenza all’omogenizzazione, alla predominanza dell’inglese (globish) e dalla rapidità delle nuove tecnologie.
Emna Rumantscha
La Svizzera difende con convinzione la pluralità di culture e idee sia sul piano nazionale che internazionale.
Per questo ho voluto lanciare, cinque anni fa, la Settimana internazionale dedicata al Romancio, la nostra quarta lingua nazionale.
Nel 2024 l’abbiamo celebrata proprio qui in Italia, a Milano, riunendo le autorità delle regioni ladine e friulane che hanno le stesse radici della nostra Romancìa.
Da anni ci impegniamo in maniera analoga per le Settimane dedicate all’italiano, al francese e al tedesco, insieme con Italia, Francia e Germania.
Les amis francophones
Permettez-moi un clin d’oeil aux amis francophones, que j’aurai le plaisir de rejoindre demain au Rwanda pour la 46ème conférence internationale de la Francophonie.
Après le déménagement de «Emily in Paris» vers Rome, voici que la conférence de l’italophonie se met en place à côté de la francophonie.
Mais ne soyez pas effrayé, chers amis francophones : la Suisse est la plus belle démonstration vivante que la coexistence est non seulement possible, mais même gagnante !
Lingue trasformate in armi
Signore e signori
Non dimentichiamo mai che le lingue possono, purtroppo, facilmente diventare armi.
Numerosi conflitti costruiscono la propria giustificazione sulla diversità delle lingue – tema presente anche nella guerra russa contro l’Ucraina.
Eppure proprio questa diversità è essenziale per la nostra prosperità, perché è garanzia di libertà e di nuove idee.
OSCE e minoranze
L’anno prossimo la Svizzera assumerà la presidenza dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), la più grande organizzazione di sicurezza al mondo e anche l’unica che riunisca allo stesso tavolo Russia e Stati Uniti.
Pur consapevole delle difficoltà attuali, la Svizzera assume questa responsabilità con convinzione, così come aveva svolto un ruolo essenziale 75 anni fa a Ginevra per dar luce a questa idea di sicurezza collettiva in Europa.
Prevediamo di svolgere la conferenza ministeriale, a inizio dicembre 2026, proprio nella Svizzera di lingua italiana a Lugano. I diritti delle minoranze nazionali e la risoluzione di tensioni etniche sono una delle priorità delle azioni dell’OSCE.
La casa dell’italianità
Signor vicepresidente, signore e signori
Il mio auspicio è che la Comunità italofona che oggi fondiamo possa crescere e ottenere il proprio posto nel mondo come veicolo ulteriore di dialogo e vicinanza.
Perché la lingua non è solo una giustapposizione di parole: è un universo fatto di una certa concezione del mondo, dell’amore, della morte, dell’umorismo, del gusto, dell’estetica e dell’etica. La lingua travalica i confini e crea spazi di vita comuni.
Oggi assieme disegniamo i confini di una nuova casa: la casa dell’italianità.
Grazie per l’attenzione e auguri alla casa dell’italianità!
